Logopedia del Papardo resa operativa all’Irccs – Piemonte. Bimbi da oggi a Villa Contino

Per un servizio sanitario che va via ce ne dovrebbe essere un altro che risorge, tranne che non sia una struttura risucchiata nel vortice della “spending review”. Lo recita anche una legge regionale che, in caso di soppressione in una sede ospedaliera o territoriale, il servizio debba essere ripristinato altrove per garantire una continuità assistenziale. Per l’attività di Logopedia dell’Azienda ospedaliera Papardo si è trattato di una “pennichella durata cinque mesi”, conservata e ibernata chissà per un percorso evolutivo, senza fornire alcuna spiegazione esaustiva alle famiglie dei 14 bimbi assistiti (chi nell’espressione verbale, chi nell’apprendimento) che, da oggi, possono riaffidarsi ad una tabella di marcia per il metodo di cura, da effettuare agli ambulatori di Villa Contino, con l’addetta specializzata.

L’incontro preliminare è avvenuto venerdì scorso per ristabilire gli equilibri traballati in questi lunghi cinque mesi. “Da oggi, è stata consegnata la stanza a pian terreno dove si svolgeranno le terapie – commenta il direttore sanitario dell’Irccs Neurolesi –Piemonte Dino Alagna -. Venerdì, il materiale per il trattamento è stato trasferito a Villa Contino perché si trovava al Papardo. Così, viene ripristinato un servizio che si era fermato e che richiede molta pazienza da parte della logopedista abilitata, già reclutata da noi al centro dei Colli San Rizzo e riassegnata a questo settore. L’altra è in malattia. L’importante è aver trovato questo accordo con il Commissario Di Liberti, in quanto gli spazi restano in capo all’Amministrazione del Papardo che ci ha concesso di utilizzarli. I soggetti sono tutti in età pediatrica con balbuzie, difficoltà nel linguaggio che, attraverso opportuni esercizi, stavano recuperando una migliore performance di foniatria”.

“Dunque, il servizio non è così generico per il momento perché si rivolge a questi piccoli continua Alagna -. Ma è chiaro che la dottoressa impiegata ha lavorato con i pazienti neurolesi con cerebropatie, con pazienti post-ictus che devono riacquistare il linguaggio e con pazienti che non avevano la funzione deglutitoria o che hanno avuto emorragia cerebrale. La maggior parte del tempo verrà assorbita dai bambini la cui richiesta è stata già presentata dai propri genitori, la terapia prevede un’ora per ciascuno per cui l’impegno lavorativo è di un certa entità e dovrà incastrarsi con i doveri scolastici degli utenti. Io mi auguro che la logopedista possa trovare del tempo per occuparsi anche dei pazienti ricoverati al Neurolesi a Casazza. Il servizio sarà operativo giornalmente concordando con gli assistiti se mattina o pomeriggio, raggruppando magari più persone. La titolare dell’attività potrà iniziare in maniera più appropriata, conoscendo già i soggetti ma, in Pianta Organica, queste figure professionali sono anche di più”.

Redazione1

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