Baratro Città Metropolitana Messina, “L’ammazza Province invoca rinvio bilanci”

Redazione1

Baratro Città Metropolitana Messina, “L’ammazza Province invoca rinvio bilanci”

domenica 27 Agosto 2017 - 13:13

Profili di incostituzionalità si riscontrano nella norma “ammazza Province”. Ancor prima del Referendum dello scorso novembre, procedendo anche nelle sedi giudiziarie competenti ed attraverso l’avv. Antonio Catalioto, il Movimento Liberi Insieme, per primo e più volte in passato, aveva espresso tutte le proprie perplessità sull’argomento giusto per ricordare e per evitare strumentalizzazioni politiche. Il portavoce Roberto Cerreti si rivolge direttamente all’Assessore regionale delle Autonomie Locali e della Funzione Pubblica, Luisa Lantieri, dopo i diversi appelli lanciati alla deputazione regionale messinese per richiedere interventi presso il suo Governo per scongiurare il reale pericolo di dissesto finanziario della Ex Provincia regionale di Messina.

Secondo il Movimento, seppur contestabile, per la discutibile tempistica, l’atto di indirizzo per il dissesto finanziario fatto dall’attuale commissario del Consiglio Metropolitano di Messina Filippo Romano, nel merito non può che essere condiviso, trovandosi l’Ente a ridosso della data ultima d’approvazione della manovra finanziaria, ovvero il 30 settembre, con uno scoperto di bilancio di circa 19 milioni di euro, scaturito dalla contrazione dei trasferimenti regionali, dal prelievo forzoso statale ben superiore alle entrate previste per le RCA auto e per le nuove immatricolazioni dei mezzi e, soprattutto, dall’esclusione, dovuta alla ridenominazione ed al riassetto amministrativo delle ex Province siciliane, dal contributo speciale dato dallo Stato a tutto il resto delle Province italiane per affrontare i propri deficit economici e finanziari.

“Ma veramente il territorio messinese non esprime rappresentanza istituzionale all’altezza di proporre iniziative utili alla scongiura dell’imminente dissesto finanziario, se non attraverso la rimacinata idea di chiedere il blocco del prelievo forzoso, ovvero dell’unico atto non di competenza regionale?”.

“Noi, signora Assessore, la pensiamo diversamente, soprattutto, avendo seguito la vicenda dagli albori e conoscendo anche gli sforzi che Lei stessa sta tentando di fare per evitare il fallimento di tutte le città metropolitane ed i liberi consorzi siciliani, anche se non condividiamo assolutamente che l’eventuale contributo straordinario debba essere frutto della prossima manovra di variazione finanziaria dell’Assemblea regionale e non scaturente da una precisa, inequivocabile e democratica deliberazione di Giunta, soprattutto in considerazione che gli attuali 25 milioni di euro previsti nella manovrina, non solo non sono sufficienti rispetto al debito complessivo delle ex province siciliane, ma rischi di risultare un intervento tardivo rispetto alla prossima dichiarazione di dissesto preannunziata anche dal psichedelico Sindaco della Città Metropolitana messinese”.

“Al di là di ogni strumentale comunicato partorito nelle ultime settimane da parte di pseudo soggetti politici, convinti di poter costruire e gestire in futuro “un tempio senza colonne” sulle macerie dell’ex Provincia regionale di Messina, il nostro appello rivolto a Lei e che speriamo sia accolto dai deputati messinesi che, sin dal 2013, si sono battuti per la difesa degli Enti Provinciali, su tutti Santi Formica. Doveroso ricordarlo anche se distante dalle nostre posizioni politiche, ad intervenire immediatamente con decreto assessoriale che procrastini dal 30 settembre al 30 novembre la data ultima di presentazione del bilancio, come, tra l’altro già più volte fatto nel passato, così da avere tempistica utile affinché gli uffici regionali possano richiedere e procedere ad una reale valutazione dell’avanzo di amministrazione dei diversi Enti provinciali. Siamo convinti che questa ricognizione ridimensioni di parecchio la situazione debitoria complessiva, per concedere al Parlamento regionale i giusti tempi per procedere ad una ponderata rielaborazione della norma di variazione secondo le reali necessità provinciali, ovviamente tutto questo a meno che il Governo non decida di intervenire, legittimamente ed indipendentemente, per sanare la triste vicenda del fallimento delle Città metropolitane e dei liberi consorzi siciliani”.