Risitano rinuncia al ruolo di vicepresidente vicaria nella VI Commissione Consiliare: "Continuare così è un massacro"

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Risitano rinuncia al ruolo di vicepresidente vicaria nella VI Commissione Consiliare: "Continuare così è un massacro"

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martedì 08 Agosto 2017 - 11:47

La consigliera comunale di Cambiamo Messina dal Basso, Ivana Risitano, ha appena annunciato di voler rinunciare a ricoprire il ruolo di vicepresidente vicaria nella Sesta Commissione Consiliare. Il motivo? “[Per me] – si legge in una lettera in cui spiega i motivi delle proprie dimissioni – continuare così è un massacro: offende la mia dignità di persona, rende improduttivo qualsiasi tentativo di gestione serena, esaspera gli animi e, soprattutto, crea disagi e imbarazzo negli ospiti e confusione nei cittadini che si aspettano da noi qualcosa di diverso”.

Ma cosa è successo esattamente? In sintesi, la consigliera comunale denuncia di essere stata vittima di continui ed immotivati attacchi da parte non soltanto dei vari membri della commissione, ma anche da parte della Presidente della Commissione Donatella Sindoni, accusata da Risitano di non aver svolto con la dovuta imparzialità il ruolo che ricopriva.

Di seguito, alleghiamo il resto la lettera di dimissioni di Risitano:

Ho dato disponibilità, sin dall’inizio del mandato, a rivestire il ruolo di vicepresidente in diverse commissioni  consiliari perché ho sempre creduto che fosse un atto di servizio;  il nostro gruppo consiliare, pur avendo spesso fatto notare con rammarico quanto fosse ingiusta la scelta pregiudiziale (reiterata fino a pochi mesi fa) di non eleggere membri di Cambiamo Messina dal Basso in nessuna presidenza, non ha mai sottratto il proprio contributo. Ho vissuto con enorme disagio la gestione della sesta commissione portata avanti dalla Presidente Sindoni, e ho ripetutamente denunciato il non rispetto di quel comportamento imparziale ed equo che è chiesto ai Presidenti, al di là della loro appartenenza politica; per parte mia, ho cercato di svolgere il ruolo di vicepresidente con equilibrio, mettendo tra parentesi, quando rivestivo quel ruolo, le mie idee personali per permettere che la commissione si svolgesse in modo il più possibile fluido e circolare: questa imparzialità mi è stata riconosciuta da molti fino a qualche giorno fa, al punto che mi è stato chiesto con insistenza di dare la mia disponibilità addirittura per la presidenza della commissione bilancio.
Le denunce al comportamento della Consigliera Sindoni mentre era Presidente mi sono costate anche una richiesta di dimissioni da parte di molti componenti della commissione; ci fu anche una mozione di sfiducia nei miei confronti, poi considerata illegittima dal Segretario Generale: ai tempi mi fu detto di essere rimasta legata alla poltrona – come se fare la vicepresidente fosse un privilegio e non un servizio – ma il mio resistere era stato motivato dalla necessità di rivendicare un principio in cui credevo, e cioè che il Presidente dovesse essere un facilitatore dei lavori e dovesse tenersi lontano dalla tentazione di usare quel ruolo in modo strumentale.
Ho sperato, dopo la breve parentesi della presidenza del collega De Leo, che la consigliera La Paglia (la cui elezione ci lasciò spiazzati, essendo avvenuta subito dopo che il partito aveva chiesto alla stessa di rinunciare alla presidenza della quinta commissione e comunicato all’aula il rifiuto a rivestire ruoli negli uffici di presidenza) riuscisse a restituire un po’ di calma nei lavori di una commissione così delicata. Ma una serie di episodi, e in particolare ciò che è accaduto lo scorso mercoledì, mentre a presiedere, in assenza della Presidente, ero proprio io, mi obbliga a fare un passo indietro: ciascuno potrà ascoltare la registrazione (o leggere il verbale) e capire quale sia stata la dinamica (un mio pacato intervento chiarificatore nei confronti di un ospite, l’aggressione da parte dei colleghi con urla e offese), ma a me è evidente che continuare così è un massacro: offende la mia dignità di persona, rende improduttivo qualsiasi tentativo di gestione serena, esaspera gli animi e, soprattutto, crea disagi e imbarazzo negli ospiti e confusione nei cittadini che si aspettano da noi qualcosa di diverso.
Ci sono dei limiti che non si sarebbero dovuti oltrepassare: mi auguro che chi ricoprirà quel posto vacante sappia contribuire a rendere la gestione della sesta commissione meno strumentale e più volta all’interesse collettivo”.