“Non trasformiamo i Patti in pacchi”, appunto ironico dei Confederati prima delle elezioni

Redazione1

“Non trasformiamo i Patti in pacchi”, appunto ironico dei Confederati prima delle elezioni

giovedì 03 Agosto 2017 - 18:34

La Triplice sindacale si unisce in un clima di completa unione tirando i bilanci di quanto è successo negli ultimi quatto anni di management comunale ma soprattutto in vista delle prossime elezioni regionali e amministrative 2018. I massimi rappresentanti della Cgil, Cisl e Uil si sono dati appuntamento questa mattina, nella sede della Uil del viale San Martino, in maniera trasversale per discutere sul da farsi e senza critiche sterili.

La Uil di Messina, con il Segretario generale Ivan Tripodi, che ha fatto gli onori di casa, ha sentenziato tutta la sua delusione nei confronti del sindaco della città metropolitana di Messina Accorinti che evidentemente non è stato all’altezza di un territorio così vasto. E poi dice: “C’è fame di occupazione, fame di risposte. I lavoratori sollecitano il sindacato. Le previsioni di una imminente risoluzione sono scadenti. Intanto il governo romano giudica Messina una predestinata a vincere perché si appresta alle consultazioni elettorali. Fare i nomi dei possibili vincenti e definire le liste, gli equilibri e gli uomini di potere non porta a preparare una vittoria. I nostri figli non hanno prospettive e finiscono col partire e regalare le nostre eccellenze ad altri Paesi che ne traggono tutti i loro vantaggi. Si parla continuamente di Patti per il sud, per Messina etc. ma dobbiamo stare attenti che questi patti non siano più che altro pacchi o che si trasformino in tali”.

La Cgil con il coordinatore generale Giovanni Mastroeni rimarca: “Dopo oltre un anno e mezzo, ritorniamo a denunciare la drammaticità dei dati occupazionali. Non è un problema di patti che vanno mantenuti una volta elaborati e firmati. Il problema è la quantità di denaro promessa entro certe scadenze che non si palesano. Sarebbero dovuti arrivare 170 milioni di euro entro il 2017 per interventi infrastrutturali. Invece, proseguiamo defilati, tagliati fuori da qualunque progettazione esecutiva. Catania, per esempio, si rende sempre protagonista delle sue stipule”.

Foto Rocco Papandrea