Variante “Salvacolline”, “Romantica da dire ma si deve fermare. Sarà contrattazione privata”

Redazione1

Variante “Salvacolline”, “Romantica da dire ma si deve fermare. Sarà contrattazione privata”

giovedì 27 Luglio 2017 - 16:06

“A causa del Salvacolline, ci sarà chi perderà il potenziale edificatorio del proprio terreno e chi invece, scelto discrezionalmente dall’ente pubblico, avrà la fortuna di poter sfruttare il proprio terreno in zona (che potrebbe essere per l’appunto la zona del PIAU) per realizzare la volumetria che l’ente deciderà di insediare”.

Il gruppo politico di Sicilia Futura ha confermato i timori sulla variante parziale di tutela ambientale dopo l’ultima seduta della 4^ commissione urbanistica (25 luglio) in cui ha constatato che “l’Amministrazione, invece di lavorare, come più volte sbandierato, su un nuovo piano regolatore (condiviso!), ancora inesistente, si è concentrata su lavori di progettazione parziali come la Variante ed il PIAU con una risposta minima alle aspettative della cittadinanza.

Il Capogruppo Nino Carreri oggi scrive per sottolineare i motivi della contestazione da parte propria che dura da mesi a causa di quella procedura di segretezza imposta dalla dirigenza Accorinti che limita molto alla luce delle scarse conoscenze tecniche da parte dei consiglieri.

Lui ed i suoi colleghi di coalizione non prendono parte attiva ai lavori sulla Variante di Salvaguardia appunto per questa ragione.

Carreri si rivolge al sindaco: “Quello che viene spacciato come strumento a salvaguardia delle colline, tanto caro alla sua amministrazione, per il quale il gruppo di CMdB chiede addirittura l’immediata approvazione in aula “quasi al buio”, finisce per diventare uno strumento per impinguare una non meglio definita “banca dei volumi” che sarà messa a disposizione per una libera contrattazione di natura privata”.  Il Capogruppo cerca di interpretare la collettività che “vorrebbe conoscere dopo 4 anni qual è l’idea di città futura della gestione del Comune”.

“Sulla procedura della Variante di Salvaguardia, le confessiamo – analizza Carreri -, che non ci ha mai convinti, sin dall’inizio, la casualità che proprio il 14 febbraio (guarda caso, ma è solo una strana coincidenza, il giorno prima della famosa seduta sulla sfiducia!) la sua giunta abbia approvato quella che viene detta romanticamente ‘salvacolline’. Una approvazione da parte della sua giunta, pubblicizzata come un grande successo, con tanto di clamore mediatico, per un atto che, è risaputo, è materia di competenza esclusiva del consiglio comunale!

“Questo è l’unico strumento di programmazione urbanistica che la sua Giunta ha portato all’attenzione del Consiglio e che, da mesi, rimane ancora ai lavori della 4^ commissione, in quanto sottoposta a questo strano vincolo di segretezza che non riusciamo a comprendere, visto e considerato che le notizie sembrano già di dominio pubblico e sono già state presentate delle lagnanze da parte di qualche proprietario interessato alla vicenda che probabilmente ritiene lesi i propri legittimi interessi. Un rastrellamento inconcepibile di volume edificatorio che in teoria andava fatto esclusivamente per il ridimensionamento del PRG datato 1998“.

Lo strumento vigente era stato pensato per una città destinata ad espandersi urbanisticamente e demograficamente. I 300.000 messinesi previsti da quel piano però si sono ridotti a 240.000 ed è quindi normale, persino logico, pensare ad un abbattimento del 50% dei volumi previsti e magari ad una “spalmatura” del rimanente 50% su tutto il territorio comunale attraverso un NUOVO PRG.

“Cosa ben diversa è ipotizzare lo spostamento di circa 2 milioni 800mila metri cubi di volumi in una zona come quella interessata dal PIAU, soprattutto dopo le osservazioni del Genio Civile (con tanto di prescrizioni) e sapendo bene dalle indagini sulla suscettività del territorio cosa potrebbe accadere in quelle aree in caso di cataclismi. Ci sembra opportuno ricordare che la zona del PIAU si trova ad una quota che supera di qualche metro il livello del mare e che il grande terremoto/maremoto di Messina del 1908 devastò le zone vicine al mare con onde che superarono i venti metri di altezza!”. Poi, Carreri puntualizza il nuovo ricorso presentato dall’Assessorato Regionale al Territorio e Ambiente al CGA per la mancata Valutazione Ambientale Strategica e gli interventi pubblici di ordini e professionisti allarmati per il modo di procedere dell’Amministrazione.

“Sorvoliamo, per rispetto istituzionale, su tutto quello che è accaduto attorno ai protagonisti di queste vicende legate al PRG ed in generale agli strumenti urbanistici, certi sino alla fine della buona fede di chi ha operato sino ad oggi scelte importantissime per il futuro della nostra città ma il suo personale silenzio su questa vicenda, il silenzio di un’amministrazione che si costituisce parte civile contro i propri dirigenti e contro i propri consiglieri, NON RIUSCIAMO né a comprenderlo né a giustificarlo.

“Molti dei gruppi da sempre a lei vicini cominciano a prendere coscienza della grave situazione in cui la sua Amministrazione si è venuta a trovare – aggiunge Carreri – e le stanno chiedendo conto delle scelte fatte. Le dovremmo chiedere con forza la rimozione di qualche assessore sul quale potrebbero pesare un evidente conflitto di interessi e tutti i dubbi sorti con l’avvio delle indagini ancora in corso da parte degli organi inquirenti, ma questo glielo hanno già chiesto una parte dei suoi ex amici e dei suoi ex sostenitori”.

“Noi le chiediamo di fermare la Variante di Salvaguardia. Congeliamo un atto così discusso, in attesa di chiarire tutte le circostanze ed i motivi per cui, lo strumento che doveva solo ridurre i potenziali volumetrici previsti dal vecchio PRG in zone già interessate da vincoli urbanistici (ed altri vincoli imposti dalle leggi regionali, statali e comunitarie), e quindi già rese di fatto inedificabili o parzialmente tali, è diventato oggetto di attenzione da parte di chi, dal possibile spostamento dei volumi, potrebbe trarre ingiusto vantaggio come ad esempio quei possessori di terreni posti nelle aree ex ZIR e ZIS di Messina… e non solo!

Il pericolo che oggi le vogliamo rappresentare è che, “se non si interviene per tempo, si rischierà di assistere ad una nuova cementificazione della nostra città, passando dallo smembramento delle nostre colline allo smembramento delle nostre coste, ponendo una barriera fissa tra la città ed il mare che mai più potrà essere rimossa.”

“Questa è la chiave di lettura che appare evidente alla luce delle attuali scelte operate dalla sua amministrazione, decantata spesso a torto, come l’amministrazione della legalità e della trasparenza. “Non vi è atto chiaro e limpido che non possa essere reso pubblico!