Riserve naturali sfigurate, Rella: Scarsi servizi per calamità. Fondi rispediti a Roma

Redazione1

Riserve naturali sfigurate, Rella: Scarsi servizi per calamità. Fondi rispediti a Roma

martedì 11 Luglio 2017 - 15:13

“Crocetta e il Governo nazionale devono rispondere ai cittadini riguardo la mancanza di mezzi adeguati per contrastare l’incendio che ha distrutto migliaia di ettari di terreno, tra i quali anche bellissime riserve naturali come il ‘Parco San Jachiddu’. È fondamentale che Roma ci dia lo stato di calamità naturale, affinché si possa fronteggiare questa catastrofe”.

Ad incitare questa condotta da parte di Palazzo d’Orleans è il consigliere comunale Maurizio Rella che si unisce anche alle lodi dell’impegno eroico delle Guardie Forestali, dei Vigili del Fuoco, della Protezione Civile e di tutti gli organi che stanno lavorando da più di 48 ore consecutive. L’esponente del Gruppo accorintiano ribadisce come la città di Messina sia funestata da un importante incendio a dimostrazione della “totale inadeguatezza dei servizi di prevenzione e della macchina dei soccorsi predisposti per le calamità naturali”.

I roghi interessano gran parte delle zone boschive del centro – nord città e ricadranno sul benessere di tutto il territorio peloritano e dei suoi abitanti. Ma il consigliere sa bene che l’emergenza è estesa a tutta l’Isola.

“Se, in questi giorni, Messina si trova in uno stato di calamità di tale dimensione, che non sembra possa cessare nelle prossime ore – sottolinea Rella -, la colpa è da imputare, oltre alla scelleratezza dei piromani, ai tagli ai fondi destinati alla guardia forestale, che hanno impedito loro di dominare al meglio questo catastrofico incendio”.

Nonostante la presenza del presidente della Regione Siciliana, Crocetta, oggi a Palazzo Zanca, Rella ricorda che proprio la Giunta regionale ha firmato due Patti con il Governo Renzi comportando incoerenze nel bilancio regionale, prontamente bocciato dalla Corte dei Conti. Questi accordi hanno fatto sì che molti fondi stanziati alla Regione Sicilia venissero rimandati a Roma, col tacito assenso di Crocetta, Ardizzone e dell’intera Assemblea Regionale.