Primari Papardo: Azienda si salva a Palermo. Documento a Crocetta

Redazione1

Primari Papardo: Azienda si salva a Palermo. Documento a Crocetta

martedì 04 Luglio 2017 - 22:17

“I posti letto e l’ipotetico organico in esubero derivante dai tagli delle degenze si devono conservare in sede istituzionale a Palermo e non solo con raccolte firme e visite sparute di rappresentanze in assessorato. Il nostro Comitato spontaneo fatto da una larga maggioranza di direttori preparerà ed invierà un documento ufficiale domani stesso al governatore Crocetta, al suo titolare alla Salute, al presidente dell’Ars e a tutta la deputazione”. Riunioni fiume e riunioni addirittura contrastate come quella di oggi, che è stata organizzata nell’Auditorium dell’Azienda ospedaliera Papardo, da un team di primari delle varie Unità operative che hanno stabilito di non fare il punto con le chiacchiere ma impegnando il Governo regionale con queste dichiarazioni. A promuovere questa battaglia dall’interno del campo sono gli specialisti Felice Cascio, Vincenzo Adamo, Francesco Salpietro, L. Mondello, F. Mastroeni, G. Mastroeni e Michele Lo Re ma oggi si sono aggregati altri colleghi, una quarantina di amministrativi e altrettanti paramedici, sopraggiunti all’assemblea generale quantomeno per curiosità.

“Al di là delle promesse fatte e non mantenute – dice il prof. Cascio che abbiamo intervistato questo pomeriggio – c’è un aspetto che non viene ribadito nei luoghi più autorevoli: i posti letto devono restare tali e quali con il conseguente rispetto del numero dei dipendenti. Non si può ammettere una riduzione di 86 né tantomeno il compromesso proposto dal manager Vullo di riprendercene 35 di questi 86. Solo così, non decadrà la qualifica di Dea di II livello. E’ stato detto in altre riunioni con i quattro direttori d’Azienda e con altrettanti documenti firmati. Dovranno valere a qualcosa? Abbiamo riscontrato un mancato intervento esecutivo, per quanto fino all’ultimo incontro, indetto da alcuni sindacati, tutti e quattro i deputati partecipanti Laccoto, Formica, Greco e Zafarana si siano mostrati all’unanimità per la salvezza dell’ospedale”. E poi i muri alzati dai sindacati anche nei confronti di questa convocazione sono stati l’emblema della poca unione che si registra in queste circostanze. Dal racconto del primario di Otorinolaringoiatria, le Organizzazioni sociali hanno infatti spinto il Direttore Generale a decretare che chi avesse partecipato, avrebbe dovuto timbrare l’uscita e la nuova entrata nel reparto (a fine assemblea) perché i medici, come singoli soggetti e non associati a sigle di categoria, non hanno diritto a realizzare incontri pubblici, all’interno delle ore di lavoro.

La rimodulazione del Piano di Riordino non può penalizzare un solo nosocomio in tutta la Sicilia, pesantemente e senza logiche per il territorio. Comunque, anche questo movimento di clinici deve viaggiare verso un’unica risoluzione: ottenere una risposta scritta dall’assessorato, “senza sentirsi soddisfatti se Gucciardi ripete le stesse frasi di un mese e di due mesi fa ma non procede con il correggere la Rete Ospedaliera”. Stavolta, “sarebbe gradita una nota, una relazione, insomma un atto ridisegnato con quello che spetta all’assistenza medica di questa città” – riferisce il portavoce del gruppo dei dirigenti, Cascio.