Sede ex Anffas occupata, Barbera: Comune ha grave responsabilità

Redazione1

Sede ex Anffas occupata, Barbera: Comune ha grave responsabilità

venerdì 30 Giugno 2017 - 14:37

E’ stata inaugurato questa mattina, senza tagli di nastro perché, di fatto, la sua nascita viene considerata un’azione irregolare e non tollerabile agli occhi di un Ente pubblico e della magistratura, oltre che della civiltà. Ma la sua “ricomparsa” in termini di autorecupero di uno stabile comunale, nella salita che conduce al futuro Parco Urbano di “Casa Nostra” a Tremonti, ha dato una casa, una stanza, un tetto, dei servizi dignitosi, dallo scorso sabato 24 giugno, a sei famiglie in estrema precarietà socio-economica. Il suo nome di battesimo, “Bouganville Occupata, circola ormai da una settimana.

Il consigliere della V Circoscrizione Paolo Barbera interviene, oggi, su questa occupazione da parte di persone in condizioni di emergenza, nella vecchia sede comunale dell’Associazione “Anffas” in zona Giostra/Ritiro, abbandonata ormai da oltre tre anni e tutelata comunque, puntualizziamo, dal sindacato Fronte Popolare Autorganizzato. C’è chi, come il suo collega di Quartiere, Francesco Mucciardi, ha mostrato solidarietà alle singole persone che attraversano questo disagio materiale e morale.

Quanto avvenuto è molto grave – esordisce Barbera -. Direi emblematico di come un’Amministrazione disattenta e deficitaria gestisce il proprio patrimonio immobiliare. Si tratta di un edificio funzionale, lasciato colpevolmente all’incuria e all’abbandono, nonostante potesse rispondere ai bisogni della comunità, tanto per finalità di emergenza abitativa, quanto come presidio per organizzazioni di volontariato presenti sul territorio. E invece nulla! Si è addirittura pensato di assegnarlo alla costituenda Fondazione Taormina Arte, come se esso possa essere in qualche modo funzionale a tale scopo”.

“Intanto, tutta la comunità di Giostra e della V Circoscrizione si è privata di un fabbricato utile a rispondere ai bisogni della collettività. Né è ammissibile ritenere che un gesto come quello dell’occupazione possa costituire un’iniziativa per avviare un percorso di riqualificazione tecnica seria di un edificio comunale dimenticato, per restituirlo al territorio, di autorecupero ed autogestione di un bene pubblico inutilizzato. Un serio percorso di valorizzazione di un ‘bene comune’, non può certo partire con un’occupazione che apre la strada a illegalità e possibili abusi. Di questo l’Amministrazione comunale, seppur con colpevole ritardo, deve farsi carico per restituire finalmente l’immobile alla collettività senza abdicare al ruolo che le è proprio”.

Foto Rocco Papandrea