Mancuso (AP): “Città Metropolitane dovrebbero essere elette dai cittadini”

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Mancuso (AP): “Città Metropolitane dovrebbero essere elette dai cittadini”

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venerdì 30 Giugno 2017 - 19:39

Il Sindaco e il Consiglio Metropolitano? Dovrebbero essere eletti direttamente dai cittadini residenti nella città metropolitana. È questa in sintesi la posizione presa dal senatore Bruno Mancuso in riferimento alla proposta di modifica della legge regionale su Liberi Consorzi Comunali e le Città Metropolitane. Infatti, attualmente il Sindaco Metropolitano è di diritto il Sindaco del comune capoluogo, mentre il Consiglio Metropolitano è eletto dai sindaci e dai consiglieri comunali dei comuni della città metropolitana.
Dopo anni di tentativi falliti che hanno causato un’autentica sospensione della democrazia, – spiega il senatore – si dovrebbe, come sosteniamo da tempo, tornare all’elezione diretta da parte dei cittadini dei vari organi di gestione, e di conseguenza, del Sindaco Metropolitano e del Consiglio Metropolitano”.

In riferimento poi alle funzioni specifiche da attribuire alle ex Province, Mancuso chiede maggiore chiarezza: “L’Assemblea Siciliana pur nel caos che sta contraddistinguendo questo periodo di fine legislatura, con lo scollamento sempre più forte fra il governo Crocetta ed il Parlamento Regionale, sarà chiamata a vagliare la proposta di modifica della legge regionale 15 del 4 Agosto 2015. Anche se non si comprende bene, dal disegno di legge esitato dalla Commissione Affari Istituzionali, quali dovrebbero essere i tempi di tali passaggi elettorali, ritengo che porre mano alla modifica di una legge notoriamente rimasta sulla carta, limitandosi solo agli aspetti, seppur importanti, della governance risenta di una visione riduttiva. Come si evince dalla relazione della Corte dei Conti, e dalle condivisibili reazioni di soggetti sociali e sindacali, il vero problema dell’ex Province, consiste nella mancanza di precise definizioni delle loro funzioni, che debbono necessariamente rapportarsi agli altri enti di area vasta esistenti a livello nazionale, ad una modernizzazione della struttura amministrativa e, soprattutto, alla certezza delle risorse finanziarie.
È necessario – prosegue Mancuso – un adeguamento alla legge Del Rio che non preveda Liberi Consorzi ma le Province, che, resuscitate dall’esito del referendum del 4 Dicembre, continuano ad essere previste dalla Costituzione.
Funzioni che dovrebbero riguardare, per non riproporre quelle proprie delle ex Province, la pianificazione e programmazione strategica e territoriale, il coordinamento della gestione dei servizi pubblici essenziali, servizio
 idrico integrato ed il ciclo integrato dei rifiuti, l’armonizzazione degli interessi delle varie realtà territoriali, l’assistenza tecnica ai Comuni per i meccanismi di reperimento dei fondi strutturali.
Infine va attenzionato un altro elemento essenziale che riguarda le risorse finanziarie di tali nuovi enti, che non possono vedere ridotte sempre di più le loro entrate da un lato e dall’altro essere soggetti ad incomprensibili prelievi forzosi da parte dello Stato.  A meno che, e bisognerebbe avere il coraggio di dirlo, tali nuovi Enti, ex Province, Liberi Consorzi o Città Metropolitane, debbano essere visti come “ammortizzatori sociali” destinati solo a sopravvivere nella precarietà”.