"Bouganville Occupata", Comitato esorta allaccio utenze a proprio carico

Sei nuclei familiari, quindici bambini e una donna in stato di gravidanza hanno occupato, lo scorso sabato 24 giugno, la vecchia sede dell’Anffas, in disuso ormai da oltre tre anni e ribattezzata per l’occasione “Bouganville Occupata”. Questo “popolamento forzato” nasce da un bisogno, dalla mancanza di alternative e dall’insostenibilità dei tempi burocratici e non costituirà un’appropriazione. Al contrario, mira a lasciare gli spazi verdi circostanti aperti alla fruizione pubblica e, in particolare, degli abitanti del Quinto Quartiere. Il gruppo di famiglie, da sabato al lavoro, intende fare godere la cittadinanza dei luoghi liberati, invitandola insieme ai propri figli ad avvicinarsi e a considerare le aree come proprie.

A seguirlo e a fornire consulenza è il Fronte Popolare Autorganizzato – Sì Cobas che lo presenterà alla collettività e agli organi d’informazione il prossimo 30 giugno nel corso di una giornata con una conferenza stampa, un’assemblea pubblica ed una cena preparata dagli abitanti. In questo frangente, verrà inaugurata una cassa di resistenza per autofinanziare l’Autorecupero e l’autogestione della Bouganville.

I nuclei coinvolti nell’occupazione rappresentano una goccia nell’oceano del malessere abitativo cittadino. Sono solo un ristrettissimo campione di famiglie operaie colpite pesantemente dalla decennale crisi economica, caratterizzate da salari bassissimi e irregolari, poste sotto sfratto e perennemente esposte al dilemma tra un affitto da pagare o il cibo da mettere a tavola. Messi dinanzi all’insufficienza delle politiche sociali, ai limiti del mercato immobiliare e alle lentezze dell’edilizia popolare, questi nuclei non hanno avuto altra scelta che occupare uno dei tanti stabili comunali inutilizzati.

Il progetto sociale della ‘Bouganville Occupata’ si fonda sull’Autorecupero e sull’impegno degli occupanti – ribadisce la responsabile Valentina Roberto -. Non graverà con alcun costo sulla comunità e non interferisce con le graduatorie per gli alloggi popolari. La sua forma irregolare, se non illegale, è il risultato coatto di una crisi strutturale e di un caro alloggi che non sfocia né nel mercato immobiliare privato né nell’offerta pubblica. Invitiamo i facili critici a riconoscere che la legalità formale, pur se auspicabile e ricercata da queste famiglie di lavoratori poveri, non è compatibile con la giustizia sociale e sostanziale”.

Adesso, gli occupanti si costituiscono nel Comitato “Bouganville Occupata” ed esortano il Comune di Messina a volere concedere l’allaccio delle utenze (a carico delle famiglie) e a volere facilitare il processo di insediamento che alleggerisce, sia pure di pochissimo, il carico dell’ente locale. Tutto ciò anche in ragione della natura “aperta” dell’iniziativa che prevede la creazione di un “orto sociale” di un Gattile Pubblico Autogestito e di un parco aperto a beneficio della collettività e dei bambini.

Redazione1

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