Dallo storico piazzale Moro, pure i messinesi del Cnr dicono “basta precariato"

Redazione1

Dallo storico piazzale Moro, pure i messinesi del Cnr dicono “basta precariato"

martedì 20 Giugno 2017 - 17:51

Hanno partecipato alle lamentele e alle voci di malcontento di 4500 precari e si sono fatti valere sotto la sede romana del Cnr. I precari di tutta Italia rafforzati dalle esigenze di ben 102 istituti che popolano lo Stivale si sono recati quest’oggi nella capitale attraverso una catena costruita via Social e diventata realtà davanti al piazzale “Aldo Moro” con la presenza di oltre 500 ricercatori precari. Dopo aver detto basta all’indifferenza delle ministre Fedeli e Madia anche nei loro profili Twitter, una folla di precari in cerca di stabilizzazione. Essenziale l’adesione degli esponenti della struttura di Pistunina a Messina. Le rappresentanze nazionali della Rete Precari Uniti in qualità di “Maschere bianche” hanno voluto farsi conoscere e spiegare i diritti di una vita faccia a faccia al Presidente, prof. Massimo Inguscio. Dopo il flash mob della scorsa settimana, con la fisionomia del volto coperto appunto da una maschera e la protesta eclatante di oggi, con assemblea pomeridiana annessa tra i lavoratori, la delegazione di Messina spera di poter mettere a tacere la voce di rassegnazione di non poter conquistare mai la stabilizzazione agognata.   

Ricordiamo che il personale precario del Consiglio Nazionale delle Ricerche, il più grande ente di Ricerca Pubblica in Italia, lavora stipulando contratti provvisori, in funzione della propria specifica esperienza professionale. Impossibile progettare la propria esistenza con questo stile di legame occupazionale a causa delle scadenze contrattuali che vanno dal semestre a quella annuale.

I precari del Cnr reclamano di intercettare dei finanziamenti anche per loro per innescare e compiere il sistema di stabilizzazione. “Il Cnr pretende un inquadramento – aggiungono i ricercatori, partiti la scorsa notte verso piazzale Moro -. Se questa manifestazione dovesse fungere da input, saremmo pronti a macchinarne e farne altre per il bene del nostro Istituto”.