Precari Cnr, ondata confluirà da Messina il 20 nel piazzale romano Aldo Moro

Il tam-tam è partito, come di consueto più veloce di mail e telefonate, attraverso il canale dei Social Network twittando persino alle ministre Fedeli e Madia che la manifestazione di domani – 20 giugno, nella capitale, sarebbe stata solo l’inizio di un grido collettivo che si leva da 4500 tra professionisti e ricercatori “desiderosi di stabilizzazione”. Loro sono i precari del Consiglio Nazionale di Ricerca di tutta Italia che, possibilmente provenienti da varie regioni del Paese, si sono dati appuntamento domani in un luogo simbolico a Roma, presso la sede principale del Cnr, fronte piazzale “Aldo Moro”. Anche il plesso di Pistunina a Messina avrà la sua delegazione di tre lavoratori, in rappresentanza dell’istituto. Nel complesso, quelli italiani che aderiscono alla Rete Precari Uniti sono 102. La categoria si autodefinisce “Le Maschere bianche” perché attualmente costituita da “soggetti che producono attività ma non hanno un volto”. La scorsa settimana, la compagine peloritana è stata coinvolta nel flash mob indossando la maschera da “Urlo di Munch”.   

Questo potrebbe essere il momento giusto per sbloccare e liberare qualche fondo per procedere alla stabilizzazione. “Dopo che il Decreto Madia è stato emanato, il Cnr non si è ancora inquadrato – commenta l’organico di Messina, in partenza questa notte per unirsi all’ondata dei colleghi a Roma -. Dal Governo centrale, ancora non si sono espressi sul come e sul quando. Non si parla di un vero ritardo nelle competenze ma questa protesta servirà a stimolare l’Ente a dare una risposta all’Istituto”.

Si tratta di una iniziativa autonoma appoggiata dai sindacati confederati ma anche altri. Si contano circa 500 registrazioni di partecipanti, con l’intervento del Presidente prof. Massimo Inguscio. Ad arrivare saranno le sigle sindacali, anche gli esponenti dei social e persino i colleghi strutturati di diverse sedi. Le Maschere bianche comunicano parecchio via Twitter e Facebook.

I dipendenti precari del Consiglio Nazionale delle Ricerche, il più grande ente di Ricerca Pubblica in Italia, ad oggi, sono impiegati con contratti precari in Italia, ognuno con una propria specifica esperienza professionale. Non possono fare progetti di vita a medio o lungo termine a causa delle scadenze contrattuali, per lo più rinnovate semestralmente oppure, per i più fortunati, annualmente.

Non si può più trattare la materia “giovani ricercatori” perché, più propriamente, i protagonisti, ormai, portano sul groppone un’età media fra i 35 e 45/50 anni. La condizione occupazionale precaria dei ricercatori dura parecchi anni, spesso decenni (c’è chi ha accumulato anche 25 anni di precariato!) e il fenomeno si va configurando come una vera e propria emergenza sociale, sia per la quantità di gente che lavora in queste condizioni di totale assenza diritti (malattia, pensione, ferie) sia per l’età raggiunta da molti precari della ricerca.

L’emergenza non è più rinviabile e si contorna di cifre che impressionano: dopo il Piano assunzionale straordinario della Scuola, peraltro gestito male e che ha scontentato tutti, ora ne occorre uno straordinario di assunzioni anche per il sistema della ricerca pubblica in Italia.

#PrecariUnitiCNR tutti insieme per dire #Bastaprecariato, come recita lo slogan della mobilitazione.”

Redazione1

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