La Uil tuona contro il declassamento del Papardo

Redazione MessinaOggi.it

La Uil tuona contro il declassamento del Papardo

mercoledì 07 Giugno 2017 - 15:31

Tornano a rilanciare la questione dell’emergenza sanitaria che attanaglia la città, le rappresentanze sindacali della Uil Messina e della Anaao Assomed, impegnate stamani in una conferenza stampa tenutasi a Palazzo Zanca per denunciare il drammatico declino dell’Ospedale Papardo, un tempo fiore all’occhiello della sanità messinese e oggi declassato ad unità di primo livello.

Un depotenziamento della struttura che il Segretario Generale della Uil Messina, Ivan Tripodi, attribuisce alla mediocrità della classe politica messinese, rea di aver svenduto le strutture cittadine con delle scelte che ridimensioneranno sensibilmente l’offerta sanitaria: “In breve tempo si avrà un esubero solo nell’area medica di 29 medici che perderanno il posto di inquadramento nella loro struttura, contestualmente il Papardo perderà 79 posti letto; ci sono cinque strutture complesse che potrebbero scomparire totalmente come Endocrinologia, oppure ridotte a strutture semplici con una risicata offerta per la collettività come nei casi di Neurochirurgia, Chirurgia vascolare e soprattutto Dermatologia e  Malattie infettive, che sono centri regionali d’eccellenza”.

Il segretario generale dell’Anao Assumed Pietro Pata invece non ha risparmiato l’ennesima tirata d’orecchie al direttore generale Vullo, spettatore inerte e indifferente nelle occasioni in cui si è deciso il futuro della struttura: “Il direttore generale ha partecipato ai tavoli per i bacini attivati presso l’assessorato. Le idee camminano sulle gambe degli uomini e come camminano le idee lo fanno anche le colpe. C’è chi si è voltato dall’altra parte, malgrado le battaglie per Barcellona e i Nebrodi, poco si è fatto per la difesa del Papardo che aveva raggiunto livelli tecnologici elevati, che a questo punto subiranno degli effettivi danneggiamenti”.

Papardo penalizzato anche da un’applicazione impropria del decreto Balduzzi che, come sottolineano Pippo Calapai, segretario generale Uil Fpl, e Mario Macrì, responsabile Arra medica Uil Fpl, per certi versi mette in discussione persino il diritto costituzionalmente garantito alla sanità pubblica. Il decreto infatti prevede l’attuazione di tagli sia l’ambito pubblico che privato, tuttavia su quest’ultimo non è mai stato ravvisato alcun intervento di riduzione: “Nella nostra provincia abbiamo la più alta concentrazione di strutture private. Il Balduzzi è stato calato sui costi del pubblico ma non allo stesso modo dei privati che attingono dal fondo pubblico. Il pubblico riduce per mantenere attivo il privato che ad oggi non ha contratto alcun posto letto anzi addirittura ha avuto un leggero aumento in alcuni casi.  Noi ci preoccupiamo di ridurre l’offerta sanitaria, l’attività, posti letto, ore di prestazioni ambulatoriali. Quanto sottratto al pubblico dove andrà? Per chi se lo può permettere economicamente sarà il privato sennò entrerà nel circuito del convenzionato esterno. Un vero e proprio attentato al diritto alla sanità pubblica”.

Malgrado le criticità la Uil non si rassegna alla condanna a morte dell’Ospedale e si dichiara pronta alla mobilitazione per assicurarne la tutela: “Non escludiamo la realizzazione di iniziative popolari per difendere il Papardo, coinvolgendo gli operatori sanitari e i lavoratori colpiti da questo taglio.  Siamo già in ritardo, di chiacchiere elettorali ne abbiamo già sentite troppe e date le imminenti elezioni ne sentiremo ancora, per questo non permetteremo passerelle a nessuno perché colo i quali vogliono sfilare sono gli stessi che hanno creato un disastro che penalizza la città. L’ospedale ha salvato tante vite umane e non è giusto che venga sacrificato davanti a criteri di bilancio che valgono a Messina ma non a Catania, Palermo ed altri centri. Il Papardo sia un ospedale di secondo livello come è sempre stato”.

Paologiorgio Vinci

foto di Rocco Papandrea