Traffico di migranti sull'asse Italia-Tunisia: 15 arresti a Palermo

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Traffico di migranti sull'asse Italia-Tunisia: 15 arresti a Palermo

redme |
martedì 06 Giugno 2017 - 09:32

Un traffico clandestino di migranti sull’asse Italia-Tunisia in cui ogni membro dell’organizzazione rivestiva un ruolo ben preciso occupandosi, a seconda dei casi, del reperimento delle ”prenotazioni” dei ‘clandestini’ e della raccolta degli importi dovuti per il viaggio, della movimentazione e della custodia del contante, del reperimento e dell’approntamento dei natanti utilizzati, della loro conduzione nelle traversate e del primo collocamento dei clandestini e delle sigarette contrabbandate sulle coste siciliane, in luoghi nella disponibilità dell’organizzazione.
Nel corso delle investigazioni “è stato possibile ricostruire analiticamente l’organizzazione e l’esecuzione di cinque traversate”. In un caso, grazie alla stretta cooperazione tra gli investigatori e la componente aeronavale della Guardia di Finanza (Gruppo di esplorazione aeromarittima di Messina e Reparto operativo aeronavale di Palermo), è stato possibile monitorare in ”diretta” lo sbarco sulle coste trapanesi, riuscendo ad intercettare i 14 uomini sbarcati e a sequestrare oltre un quintale di sigarette di contrabbando.
Sono stati documentati ulteriori ”viaggi” programmati – ma non andati a buon fine per impedimenti derivanti da concomitanti e ordinarie attività di controllo del territorio e in mare svolte dal Corpo – che, se ultimati, avrebbero portato nelle casse dell’associazione criminale oltre 100.000 euro di guadagni.
Si ritiene che le sigarette, per lo più di marche estere, siano state smerciate nei mercati rionali trapanesi e palermitani, al prezzo di non più di 3 euro a pacchetto, con guadagni di oltre 17 mila euro ogni quintale contrabbandato.
Ancora più lucrosa l’attività di favoreggiamento dell’illecito ingresso di tunisini sul territorio nazionale: ogni clandestino pagava in Tunisia all’organizzazione, per arrivare in Italia, non meno circa 2-3.000 euro a migrante. Ogni viaggio poteva generare complessivamente profitti anche fino a 40.000 euro, al netto del costo per lo “scafista” e il “navigatore”, generalmente ricompensati, rispettivamente, con circa 5.000 e 3.000 euro.
Allorquando necessario, come riscontrato nel corso delle indagini, il denaro raccolto in Tunisia veniva portato in Italia per “rifornire” di contanti i promotori dell’associazione criminale, perfezionando cosi’ vere e proprie operazioni di riciclaggio.
L’organizzazione smantellata, con l’estate ormai alle porte, sarebbe stata in grado di compiere almeno due traversate alla settimana tra la Tunisia e l’Italia.