Camposanto mon amour sbarca al Vittorio Emanuele

Maria Antonella Saia

Camposanto mon amour sbarca al Vittorio Emanuele

lunedì 29 Maggio 2017 - 17:25

Il weekend di spettacoli al Teatro Vittorio  Emanuele questa settimana sarà  all’insegna dell’umorismo. In scena la commedia, tutta al femminile dal titolo Camposanto mon Amour che andrà in scena venerdì e sabato alle ore 21.00 e domenica alle ore17.30. Scritta  e diretta da Paride Acacia, si tratta di una pièce musicale grottesca sulla morte e sulla rinascita, trattate con anarchica irriverenza, con musiche originali e inedite, eseguite dal vivo. Tutto ha inizio la vigilia del giorno dei morti, il 2 novembre;  protagoniste  quattro becchine (Saturnia, Vetriola, Arsenica e Antimonia) e Cassandra un fantasma, figura misteriosa che arriva sulla conclusione dello spettacolo, ed è ambientata nel surreale Camposanto Comunale, il cui cancello delimita l’incapacità di queste figure di stare nella società. E da questa condizione alienata una posizione privilegiata di lucido e saggio cinismo.

Fin da subito le quattro becchine intessono tra loro discorsi sulla possibilità di una vita dopo la morte, sulla meritocrazia del risorgere e sulla dignità di esistere, non a tutti è riservata la reincarnazione o il risorgere. Argomenti affrontati con sarcasmo e sempre accesi da eventi contingenti ed emblematici: la morte del piagnone della città (ultima anima pura in grado di saper piangere in una società di funerali light, superficiali e di posa), l’abbandono al deposito della bara del primo attore della città, lodato in vita e dimenticato in morte, la visita al Comune, un «autentico obitorio di amministratori della cosa pubblica». E non per ultima la vita di Saturnia, ex attrice cantante, ritiratasi per via delle sue nevrosi nel cimitero a proseguire un’attività familiare, quella appunto della becchina. Ansia e cupezza interiore caratterizzano la giovane Saturnia, fino a  quando il sadico e salvifico gioco di Antimonia, Arsenica e Vetriola, una sorta di ipnosi regressiva operata su Saturnia, lascerà esprimere il fil rouge dello spettacolo vale a dire la trasmutazione alchemica dal piombo all’oro, dal buio alla luce, dalla paura al vigore. Un percorso iniziato da Saturnia grazie alle sue colleghe e ultimato con le parole di Cassandra (il fantasma storico del cimitero), in concomitanza con un disastro ambientale (la tragedia di Giampilieri) in cui viene coinvolto Mercurio, il fioraio con cui Saturnia si ‘messaggia’ e guarda da anni solo da lontano, incapace com’è di lasciarsi vivere. Una favola alchemica fatta di Mercurio, Sale e Zolfo, che oltre ad avere significati prettamente metallurgici, sono degli archetipi psicologici, la ricerca dell’oro è la ricerca del vero Sé.

Il lieto fine, privo di smancerie, che salverà da quel limbo esistenziale la sola Saturnia, arriva sulle note dalle musiche originali che accompagnano con ironia e freschezza l’intera commedia. Problemi di trascendenza, di metafisica, ma anche problemi comuni attanaglieranno i quattro protagonisti che si azzufferanno e discuteranno, sempre in maniera alacre e ironica.
A dare vita a quest’ironica e irriverente piece cinque giovani attrici: Gabriella Cacia, Elvira Ghirlanda, Laura Giannone, Milena Bartolone e Francesca Gambino, che cura anche la scenografia. Insieme con loro sul palco i musicisti Massimo Pino alle chitarre, Peppe Pullia alla batteria e percussioni e Simona Vita al  piano e tastiere, arricchito ulteriormente dalle coreografie di Sarah Lanza.
Uno spettacolo da non perdere che saprà regalare allo spettatore qualche ora di spensierata allegria.