Orsa: "Dov'è la continuità territoriale? Bordello causato dal monopolio sullo Stretto"

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Orsa: "Dov'è la continuità territoriale? Bordello causato dal monopolio sullo Stretto"

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giovedì 21 Marzo 2019 - 13:54

Questo bordello è causa del monopolio sullo Stretto? Oggi il treno vagone letto è arrivato a Villa San Giovanni con 20 minuti di anticipo. Il bar della stazione è’ chiuso (apre alle 6:30) e siamo all’acqua ed al vento. Il primo aliscafo Bluferries parte alle 7:20, il primo traghetto del gruppo Caronte parte alle 6:40 (ma dobbiamo fare quasi un chilometro a piedi). Per caso ho visto traghetto Riace della Bluferries che parte alle 6 ma trasporta solo mezzi e non passeggeri. Vi rendete conto che gli orari non coincidono neanche nell’ambito del gruppo Ferrovie dello Stato? Bisogna immediatamente liberalizzare i trasporti sullo Stretto di Messina perché gli attuali gestori fanno quel che vogliono e coltivano solo i propri interessi e se ne fregano delle esigenze dell’utenza”.
L’Orsa e il Movimento popolare “Il ferribotte non si tocca” non sono affatto sorpresi dello sfogo del sindaco Cateno De Luca che, viaggiando come un comune mortale, ha avuto modo di toccare con mano quanto lavoratori e utenza denunciano da anni. “La soluzione dei trasporti nello Stretto non è l’ulteriore liberalizzazione selvaggia del servizio di traghettamento, esempi internazionali dimostrano che le liberalizzazioni incontrollate nei servizi pubblici essenziali hanno prodotto solo compressione dei salari, abbattimento della qualità del servizio e dei livelli di sicurezza in nome del profitto privato.
La proposta del territorio è riassunta nel documento che in occasione dell’ultima tornata elettorale hanno condiviso tutti i candidati a sindaco di Messina, compreso  Cateno De Luca. Il nodo del contendere è l’annoso tentativo, di tutti i governi che si sono succeduti, di risparmiare sulle spalle dei siciliani azzerando, di fatto, i convogli a lunga percorrenza da e per la Sicilia, quelli che avrebbero consentito al sindaco di attraversare lo Stretto e raggiungere Messina, Palermo, Catania… senza lunghe attese e senza scendere dal treno. Tale servizio essenziale, sovvenzionato dallo Stato, è un diritto costituzionale ridotto a livelli da Terzo mondo, pochi treni simili a carri bestiame ed una sola nave per il traghettamento ferroviario.
La proposta di spezzare il carico, costringendo l’utenza a scendere dal treno e raggiungere la sponda opposta attraverso vie alternative, è una falsa modernizzazione che i governi nazionali, compreso quello attuale, vogliono rifilare ai siciliani per tagliare fondi, ancora una volta, al trasporto ferroviario meridionale, mentre al Nord si continua a investire per l’alta velocità che da Roma in giù resta utopia”.
L’Orsa e il movimento sollecitano un incontro al sindaco De Luca “per affrontare la problematica nei dettagli e condividere una proposta da rivendicare ai livelli nazionali”, invitandolo “ad analizzare nei dettagli la crisi dei trasporti che avvilisce Messina e tutta la Sicilia. L’Italia a due velocità è ormai un fatto compito, le proposte di liberalizzazioni risolutive non sono sostenibili se prima non si ottiene pari dignità con le regioni del nord servite dal servizio pubblico con mezzi moderni ed efficienti “Freccia rossa”,  mentre i siciliani viaggiano con la diligenza e arrivati nello Stretto si devono affidare alla fortuna per attraversare il tratto di mare.
Il servizio di traghettamento veloce dedicato ai pendolari dello Stretto non può essere sostitutivo dei treni a lunga percorrenza col sistema treno su nave, entrambi sono essenziali e insieme al territorio bisogna pretendere un servizio pubblico efficiente da contrapporre al monopolio privato che esiste nei fatti”.
Lo slogan è sempre lo stesso: “Noi vogliamo tutto”, traghettamento veloce per i pendolari dello Stretto e un sistema efficiente dei treni a lunga percorrenza, fin quando i fautori del ponte non renderanno concreta l’opera promessa, un secolo fa, il Governo nazionale deve garantire anche i siciliani un servizio pubblico per la continuità territoriale che rientri nei canoni della civiltà”.