Morsa finale Pd, sindacatura su 5 volti unitari entro oggi. De Domenico e Navarra tra i super accreditati

Redazione1

Morsa finale Pd, sindacatura su 5 volti unitari entro oggi. De Domenico e Navarra tra i super accreditati

martedì 03 Aprile 2018 - 16:49

In politica, forse, come “in amore vince chi fugge”. Il Partito Democratico di Messina che stava per spingersi verso le Primarie del 15 aprile dovrebbe stabilire entro stasera quale “personaggio” sarà più concorrenziale per il candidato a sindaco delle Amministrative e chi mai potrebbe avere questa basilare caratteristica se non chi ha già vinto in precedenti consultazioni elettorali? La ruota a Messina continua a girare con vento a favore verso i dirigenti accademici che hanno ceduto da qualche mese e da poco lo scettro di rettore e direttore generale. Indiscrezioni ci raccontano a distanza di circa un’ora dall’ennesima riunione che l’unanimità della coalizione di Centrosinistra sarà raggiunta con la candidatura del deputati Pietro Navarra e Franco De Domenico. Di quest’ultimo si è detto nelle scorse settimane che non si sarebbe reso disponibile e invece pare che proprio il suo nome metterebbe a tacere tutte le titubanze, sulla scorta del suo successo alle Regionali. Stessa considerazione per il prof. Navarra, di recente diventato onorevole alla Camera dei Deputati seppure con il Proporzionale. La loro caratura ha “folgorato” il Pd per la vasta potenzialità e l’incessante attenzione che hanno saputo circuitare. L’intento è quello di voler comunque evitare le Primarie per suggellare una conclusione non solo accomodante entro il 6 aprile, secondo il Regolamento dell’occasione, bensì che conduca al ballottaggio. Allo stato dell’arte, resterebbero cinque/sei nomi che appartengono alla società civile tra cui l’ex Presidente dell’Ordine degli Architetti di Messina, Giovanni Lazzari, il costituzionalista Michele Ainis (un jolly in queste cernite) e il giornalista Fabio Mazzeo che però, curando le pubbliche relazioni dell’ex Ministro della Salute Beatrice Lorenzin (ora a Montecitorio), non avrebbe dato la sua disponibilità per impegni di lavoro. Qualche altro nome “top secret” non trapela.

Da contraltare, la candidatura del prof. Antonio Saitta, che è stato già in passato competitor a Palazzo Zanca per il più importante gradino del podio, sarebbe già meno accreditata nelle ultime ore e di minor attrattiva per la popolazione, rispetto allo scorso weekend perché viene interpretata come contropartita del passo indietro al Rettorato. Sia la Direzione del partito sia qualche componente politica potrebbe storcere il naso, in particolare quella di Beppe Picciolo potrebbe dirottare (o meglio lasciar liberi) i suoi seguaci ed una delle sue due liste verso il candidato Bramanti, pur avendo ormai instaurato una certa sintonia e stima reciproca con Navarra.

D’altro canto i parlamentari Navarra e De Domenico insisterebbero per l’ipotesi Saitta (oltre che per tirare fuori loro stessi dalla corsa) perché il docente universitario e avvocato avrebbe rinunciato alla candidatura di Rettore per un posto più prestigioso nella pubblica amministrazione. Se da un lato la professionalità di Saitta tranquillizza gli animi, dall’altra la scelta di De Domenico che è stato votato anche nei quartieri, la prova del nove più esaltante per il partito, sarebbe una garanzia non trascurabile. Sin dall’inizio la discesa in campo dei due vertici dell’Ateneo ha raccolto consensi ed è stata accettata un anno fa e permetterebbe di creare, anche nella loro posizione di parlamentari, una larga intesa elettorale tra i vari schieramenti di Centrosinistra. Con uno di loro alla sindacatura e si propende per De Domenico, ci sarebbero un partecipato programma e già una squadra pronta di assessori dove compaiono i “Big” di Sicilia Futura che potrebbe “aggiudicarsi” anche due posti per la percentuale cospicua di voti registrati come il deputato uscente Beppe Picciolo e l’ex candidato al Senato e a sindaco (con Risorgimento Messinese) Fabio D’Amore, i candidati alle Primarie per la sindacatura quindi per il Pd Francesco Palano Quero e Felice Calabrò e per Articolo Uno Maria Flavia Timbro, altri giovani rappresentanti dell’alleanza come il segretario di Civica Popolare ovvero Paolo Alibrandi, il segretario del Psi Amedeo Gitto (dove milita anche Maurizio Ballistreri) che fa parte del tavolo. A finire nella carrellata di designati nello staff del sindaco Pd ci sarebbe anche l’ex assessore alle Urbanizzazioni della Giunta Genovese, Tani Isaja, anche per riscattarsi dal singolare episodio della lista “Arcipelago Sicilia – Micari Presidente”, scartata alle Regionali. Pronti anche i Presidenti di Circoscrizioni.

La competizione di Palano Quero e/o Timbro sarebbe certamente suggestiva e costruttiva per eseguire quel salto generazionale che molti invocano ma bisogna sempre preventivare una scelta che incarni lo spirito di tutte le formazioni e i target della cittadinanza.

In itinere cinque liste: una afferente al Pd, una alla componente universitaria con ricercatori e professori dettata da Navarra – De Domenico, una di Sicilia Futura, una legata al candidato sindaco, una di Articolo Uno capeggiata da Domenico Siracusano, Giuseppe Grioli e Timbro, unita per esempio a Civica Popolare e Psi. Con dati alla mano, se le liste fossero composte così, sarebbero dei buoni contenitori di preferenze elettorali che supererebbero ognuna il 5% fino a toccare il fatidico 25% per la meta ballottaggio.

Non ci sarebbero controindicazioni nell’accettazione della “nuova corsa” di De Domenico o Navarra, con una posta più alta in gioco in termini di competenze: il ruolo non sarebbe solo quello di sindaco del Comune di Messina ma della Città Metropolitana con l’opportunità di portare fondi europei al territorio di appartenenza. Per legge, non c’è una condizione di incandidabilità dei deputati ma solo di incompatibilità nel caso di essere eletti che comporterebbe la successiva rinuncia dell’incarico all’Assemblea regionale o alla Camera.