Droga sull'asse Messina-Catania-Siracusa: 16 arresti

Redazione

Droga sull'asse Messina-Catania-Siracusa: 16 arresti

martedì 27 Febbraio 2018 - 13:56

I carabinieri di Siracusa hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Catania nei confronti di sedici persone, residenti tra Siracusa e Messina, accusate di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.
Le indagini, coordinate dalla Procura Distrettuale Antimafia di Catania, hanno permesso di scoprire un’organizzazione dedita alla vendita di cocaina alla periferia di Siracusa, nell’area compresa tra la via Aldo Carratore e viale Santa Panagia, meglio conosciuta come zona della “Tonnara”, da cui ha preso il nome l’operazione.
Il giro d’affari era di 10mila euro al giorno, che nelle festività poteva raggiungere anche i 70mila. L’organizzazione pubblicizzava il suo business con una maglietta, indossata durante le trasferte del Siracusa, sulla quale campeggiava un distributore di palline, il prezzo di ogni pallina (di cocaina) e un indirizzo al quale rivolgersi.
GLI ARRESTATI. Danilo Briante, 43 anni, Antonio Rizza, 30 anni, Alessandro Abela, 32 anni, Angelo Albarino, 34 anni, Raffaele Ballocco, 31 anni, Vincenzo Buccheri, 46 anni, Luigi Calcinella, 33 anni, Dario Caldarella, 34 anni, Alessandro D’Agata, 38 anni, Massimiliano D’Ignoti Parenti, 47 anni, Gaetano Maieli, 39 anni, Giuseppina Riani, 37 anni, Ivan Rossitto, 32 anni, Leandro Salemi, 21 anni, Massimo Salemi, 44 anni, e Pasquale Graziano Urso, 24 anni.
Il gruppo criminale, ben noto nell’ambiente dei consumatori di droga della città, si era dotato di una vera e propria organizzazione, caratterizzata dalla suddivisione dei compiti tra i sodali. Sotto la direzione di Briante e Rizza, individuati come i capi della banda, venivano predisposte le numerose dosi giornaliere di droga che poi venivano distribuite agli spacciatori organizzati in veri e propri “turni di lavoro”, in modo tale da garantire le cessioni di stupefacente senza soluzione di continuità durante l’arco dell’intera giornata.
Al fine di scongiurare l’intervento delle forze dell’ordine l’organizzazione si avvaleva di “vedette” posizionate strategicamente e, in alcune circostanze, utilizzate per essere inviate nei pressi della caserma dei carabinieri per verificare se vi fossero le auto dei militari pronte a intraprendere servizi anti spaccio.
La droga veniva acquistata attraverso due canali di approvvigionamento, uno catanese e uno messinese, per poi essere tagliata e suddivisa in dosi in un appartamento di via Aldo Carratore di Briante e occupata da Ballocco; quest’ultimo si occupava di distribuire le dosi ai pusher, spesso lanciando loro dal balcone gli involucri.