Genovese (Cisl): "Si deve passare dall'indignazione alla rivendicazione"

Redazione

Genovese (Cisl): "Si deve passare dall'indignazione alla rivendicazione"

venerdì 15 Marzo 2019 - 11:41

Il tema degli investi al centro di una nota del segretario provinciale della Cisl Messina, Tonino Genovese.

«La forza di passare dall’indignazione individuale alla rivendicazione collettiva», ha sottolineato il sindacalista parlando ai dirigenti sindacali della Cisl Messina e analizzando il quadro politico nazionale e locale.

Purtuttavia, per la Cisl occorre evidenziare che l’indignazione non nasce dal nulla ma è figlia della consapevolezza, essa stessa diametralmente opposta al concetto di società liquida di Bauman, nella quale la persona diviene individuo e fatica a concepire altro che non sia il proprio soddisfacimento personale con obiettivi piccoli e riferiti a sé stessi. «Tra la fase dell’indignazione personale e quella della mobilitazione collettiva ve n’è una di mezzo, ossia: tornare ad essere comunità. La chiave di violino che riesce a render chiara la partitura sul pentagramma è data dal passaggio dall’io al noi, dall’ego riferito alla collettività, dall’incoscienza alla consapevolezza, dalla società alla comunità».

I riferimenti del numero uno della Cisl peloritana nascono da tre momenti importanti registrati nelle ultime settimane in Italia: dalle migliaia di cittadini scese due volte in piazza a Torino per rivendicare la realizzazione della Tav ma anche delle infrastrutture importanti per l’intero Paese, alla straordinaria manifestazione del 9 febbraio a Roma di Cgil, Cisl e Uil che ha riportato al centro del dibattito il tema del lavoro e, per finire, la manifestazione di sabato scorso a Milano sui diritti e per l’integrazione.

«Sono stati – ha detto Genovese – tre momenti di piazza, di partecipazione, di condivisione e di affermazione e rivendicazione di diritti, di una prospettiva, di chi chiede basi per guardare al futuro. Ma hanno anche sottolineato, attraverso la centralità della “piazza”, la capacità di coinvolgimento, mobilitazione e partecipazione».

La premessa è servita a dare l’assist per il passaggio conseguenziale e quasi naturale del ragionamento dal panorama nazionale a quello locale. «Il Sud, la Sicilia e in particolare la nostra città ha bisogno di spostare l’asse degli investimenti, della produzione e del lavoro attraverso la realizzazione di grandi infrastrutture che avvicinino al Sud le aree del paese più forti. Se vogliamo avere rispetto, attenzione e centralità non si può prescindere dal dimostrare che la comunità è capace e pronta a rivendicare le proprie richieste attraverso una straordinaria mobilitazione, senza colori e senza bandiere. Occorre dire basta all’apatia, al disinteresse, alla rassegnazione e dimostrare che i messinesi sono altrettanti capaci di fare sentire la propria voce passando dall’indignazione individuale alla rivendicazione collettiva».