Schiaffo sul Risanamento, Gioveni: "Serve un'eclatante azione, si convochi un Consiglio comunale a Palermo"

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Schiaffo sul Risanamento, Gioveni: "Serve un'eclatante azione, si convochi un Consiglio comunale a Palermo"

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mercoledì 13 Febbraio 2019 - 15:30

“L’intero Consiglio comunale si rechi a Palermo in forma ufficiale convocando una seduta straordinaria direttamente  a Palazzo D’Orleans o a Sala d’Ercole per avere conto e ragione dell’ennesimo schiaffo subito in tema di Risanamento”: è questa la proposta del consigliere comunale Libero Gioveni che, dopo lo stralcio dell’art. 45 della Finanziaria che avrebbe consentito il passaggio gratuito  delle aree Iacp ad Arisme, ritiene a questo punto fondamentale una eclatante azione del civico consesso volta a difendere i diritti di una intera città.
Non è più pensabile subire passivamente le continue angherie di chi potrebbe e non fa, di chi promette e non mantiene – afferma Gioveni. Dopo la mancata dichiarazione dello stato di emergenza da parte del Governo nazionale – prosegue indignato il consigliere – e dopo aver aspettato finora invano le somme residue della Legge 10/90, non possiamo di certo tollerare questo ennesimo affronto alla città che certamente frena tutte le operazioni di sbaraccamento, a partire dalle aree che da qui a breve saranno sgomberate (Camaro ed Annunziata).
Le sedute straordinarie già richieste sul Risanamento che mi hanno visto anche firmatario – rimarca ancora il consigliere comunale – a questo punto, seppur opportune, rischiano soltanto di farci parlare addosso senza avere gli interlocutori giusti (prove ne è l’assenza dell’assessore regionale alle infrastrutture Falcone nella famosa seduta aperta sul Risanamento convocata nell’agosto scorso).
Pertanto – conclude Gioveni – auspico che questa iniziativa, chiaramente rinunciando ognuno alle spese di missione a Palermo, sia condivisa dall’Aula, che recandosi fisicamente sui luoghi delle ‘decisioni’ potrà forse essere più incisiva nel far comprendere che un’intera città non ci sta più ad essere scippata di ciò che legittimamente le spetta”.