Cacciotto e Smedile: "Messina non può definirsi una città a misura di disabile"

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Cacciotto e Smedile: "Messina non può definirsi una città a misura di disabile"

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sabato 02 Febbraio 2019 - 09:29

Alessandro Cacciotto (Terza Circoscrizione) e Placido Smedile (Quarta Circoscrizione) denunciano dello stato di disagio subito dai portatori di handicap per la presenza di barriere architettoniche che ostacolano lo svolgimento delle loro attività quotidiane.
“Occorre prima di tutto abbattere le barriere architettoniche e culturali, perché Messina non può certamente definirsi una città a misura di disabile o meglio diversamente abile. Già, se si partisse col presupposto che esistono anche persone che presentano un qualche handicap, costrette magari a vivere su una sedia a rotelle, si potrebbe intuire facilmente le grossissime difficoltà che queste sono costrette quotidianamente ad affrontare.
A parte le barriere architettoniche, la prima e più massiccia barriera è rappresentata dalla inciviltà che regna in città nonché nelle periferie. Non tutti i marciapiedi sono dotati di scivoli (negli ultimi giorni in città si assiste al rifacimento di marciapiedi senza i necessari scivoli) e quelli esistenti sono il più delle volte ostruite dai c.d. “cultori del parcheggio ad angolo” spesso utilizzato per eludere il controllo degli Ausiliari del traffico impegnati a vigilare su delle Ztl assolutamente discutibili.
Molto spesso poi, i parcheggi degli invalidi sono occupati da quanti non ne hanno diritto senza nessun problema. I marciapiedi sono spesso utilizzati per parcheggi selvaggi, a spina di pesce, ostruendo quasi del tutto il transito dei pedoni ma soprattutto delle sedie a rotelle. I motorini: mancano spesso area di parcheggio per i mezzi a due ruote che per forza di cose vengono collocati sui marciapiedi.
Passiamo poi alla manutenzione dei marciapiedi: non è difficile incontrare mattonelle rotte e pavimentazione dissestata che rendono ancora più difficoltoso il transito dei diversamente abili; rami sporgenti, erbacce e cespugli rendono il tutto ancora più complicato. Non di rado molti uffici pubblici sono difficoltosi da raggiungere per chi vive su una carrozzina.
La situazione è ancora più complicata nelle periferie. La speranza, è quella di una città nella quale sia facile muoversi con una carrozzina, senza incontrare marciapiedi invalicabili o gradini che impediscono l’ingresso negli uffici pubblici.
Per costruire però una città a “misura di disabile” sono a parere degli scriventi, necessarie due rivoluzioni:

  1. A) La prima è una rivoluzione culturale: pensare che ci sono persone costrette purtroppo a convivere con delle disabilità e preoccuparci di non rendere loro la vita ancor più complicata con degli scellerati comportamenti di mal costume, di inciviltà e di assoluto disprezzo del vivere sociale;
  2. B) La seconda, non meno importante, una rivoluzione urbanistica: sono necessari progetti di innovazione e di strategie urbanistiche in grado di rimuovere le barriere architettoniche presenti sul territorio.

I consiglieri Cacciotto e Smedile, suggeriscono: 1) Maggiori controlli della Polizia Municipale per reprimere e scoraggiare i parcheggi ad angolo e i parcheggi abusivi sui marciapiedi che ostruiscono gli scivoli per il transito delle carrozzine e impediscono la libera circolazione da parte dei concittadini disabili (sarebbe auspicabile anche una rivisitazione delle Ztl).
2) L’Assessorato all’Urbanistica unitamente all’assessorato ai Servizi sociali e alle Manutenzioni potrebbe dar vita ad un monitoraggio della città con il pieno coinvolgimento delle Associazioni di categoria e di tutti i cittadini; quest’ultimi infatti potrebbero partecipare direttamente, segnalando su un sito internet, creato ad hoc, le barriere architettoniche presenti sul territorio.
3) Dopo il lavoro di monitoraggio potrebbero tranquillamente essere gli stessi tecnici del Comune a realizzare dei progetti di intervento in sinergia magari con gli Istituti tecnici presenti in città .
I consiglieri ritengono indispensabile il coinvolgimento dell’intera comunità per cercare a tutti i costi di dare vita ad una nuova immagine della città permettendo ai diversamente abili di vivere una vita dignitosa e normale come qualsiasi altro cittadino che non presenta handicap. Una buona amministrazione passa anche dalla tutela per coloro che rappresentano la fascia debole e che vanno aiutati prima degli altri”.