Decreto sicurezza, nasce il comitato "Apriamo lo Stretto": "Sospenderne l'attuazione"

redme

Decreto sicurezza, nasce il comitato "Apriamo lo Stretto": "Sospenderne l'attuazione"

redme |
domenica 06 Gennaio 2019 - 07:00

Sulla scia di una protesta che si sta affermando in un modo del tutto spontaneo su tutto il territorio nazionale, non possiamo far sì che la nostra città sia succube o complice di queste nefandezze che di fatto ledono i diritti umani fondamentali riconosciuti a ciascun individuo“. Ad affermarlo è Paolo Barbera, ex consigliere della IV Circoscrizione e portavoce del nascente comitato “Apriamo lo Stretto”. Dunque anche Messina si aggiunge alla lista delle città italiane che, sotto la spinta di sindaci o associazioni, si stanno ribellando spontaneamente al cosiddetto “decreto sicurezza, il provvedimento fortemente voluto dal ministro dell’Interno Matteo Salvini che introduce una serie di norme stringenti in materia di sicurezza e immigrazione.
Moltissimi sindaci – spiega Barbera – nelle ultime ore hanno sospeso in autotutela le misure prodotte dal decreto in attesa di conoscere l’esito degli approfondimenti giuridici chiesti per comprendere se e quali violazioni potrebbero derivare dall’applicazione del testo. Pertanto sentiamo il bisogno di dover intraprendere questa battaglia di civiltà, senza bandiere e senza colori ma con un unico obiettivo: costruire una società più giusta ed equa per tutti.
Lanciamo un appello a tutti: donne, uomini ed associazioni che abbiano voglia di spendersi al nostro fianco al fine convincere gli organi di governo della nostra città (Consiglio Comunale, Giunta e Sindaco) a sospendere immediatamente gli effetti del decreto citato in precedenza ed aderire a questo movimento di protesta nei confronti delle politiche scellerate di questo governo in materia di accoglienza.
Siamo dunque solidali con tutti quei sindaci che in questi giorni stanno prendendo posizione sull’attuazione di questi disumani decreti che aggravano la sofferenza di chi è vessato dalla povertà e dalla guerra. La negazione dell’iscrizione anagrafica crea fantasmi e produce l’illegalità che il governo dichiara di voler combattere.
Inoltre lasciare persone in mare, tra cui donne e bambini è una vergogna per gli ideali, i valori che hanno da sempre contraddistinto il nostro paese. Mi appello al nucleo fondante le nostre comunità, mi appello alle famiglie, ai padri, alle madri e chiedo loro cosa penserebbero e cosa farebbero se su quelle navi ci fosse la loro prole.
 “È già stata avviata sui social la petizione da poter firmare, in seguito sarà avviata nelle piazze della città e chiederemo un’interlocuzione con il sindaco e la giunta“.