Riduzione del personale e messa in liquidazione delle partecipate: De Luca rispolvera la Multiservizi e inizia la sua rivoluzione

Antonio Macauda

Riduzione del personale e messa in liquidazione delle partecipate: De Luca rispolvera la Multiservizi e inizia la sua rivoluzione

sabato 30 Giugno 2018 - 12:50

Dalle parole ai fatti. In una sola delibera di Giunta, il sindaco Cateno De Luca attua quella “rivoluzione” delle partecipate e nella gestione della macchina comunale, urlata ai quattro venti in campagna elettorale ma che adesso è stata messa nero su bianco. Messa in liquidazione della neonata Messina Servizi Bene Comune, la società in house che gestisce la raccolta e il trattamento dei rifiuti entrata in vigore questo inverno e nata dalle ceneri di Messinambiente. Il tutto in attesa del bando che sancirà il partner privato della società, che gestirà il settore sempre nell’ambito del Piano ARO. Si tratta di un passo annunciato, quasi scontato, visto che De Luca in campagna elettorale non ha mai nascosto le proprie perplessità circa il passaggio diretto dei lavoratori da una società all’altra, sponsorizzando il passaggio intermedio alla Srr.

Ma non è finita qui, perché De Luca rispolvera in parte l’idea della Multiservizi, che conterrebbe l’Amam e l’Atm, la cui messa in liquidazione è stata disposta sempre nella medesima delibera. Sempre ieri è stato disposto il blocco delle assunzioni delle ultime 45 giorni da parte di Atm, verso cui già si registra la ferma presa di posizione della Uil Trasporti. Molto presto questi atti dovranno finire al vaglio del Consiglio Comunale, chiamato a  dare la risposta definitiva e si tratterà di un primo serio banco di prova per la maggioranza che il sindaco intende creare nei prossimi giorni. Ma intanto l’indirizzo politico è molto chiaro, si intende dare un convinto colpo di spugna alla gestione degli ultimi anni, visto che la Messina Servizi è a tutti gli effetti una creatura accorintiana, così come l’Atm è stata presentata come il fiore all’occhiello della passata amministrazione.

Proprio per questo motivo, l’ex assessore all’Ambiente Daniele Ialacqua non ci sta: “Un duro attacco al buon lavoro fatto dalla passata amministrazione sulla base di una procedura durata quasi 4 anni che ha avuto il parere favorevole della Regione, del collegio dei revisori, del consiglio comunale, dei sindacati, senza dimenticare i lavoratori che con apprensione hanno seguito in questi anni tutti i lavori consiliari in tribuna a sostegno della nascita della nuova società in house che garantiva loro la stabilità del posto di lavoro. Ci domandiamo, continua Ialaqua, che senso ha ed a chi serve distruggere una nuova società pubblica con un contratto di servizio di 300milioni in 9 anni? Perché non impegnarsi da subito per raggiungere gli obiettivi di legge che la nuova società intende perseguire con il nuovo piano industriale? Come pensa il sindaco De Luca di portare a termine il suo obiettivo di privatizzazione senza modificare il piano ARO e le delibere comunali collegate che davano indicazione per la gestione in house? Cosa ne pensano i nuovi consiglieri comunali? Ed i sindacati? Una cosa è certa, non staremo con le mani in mano, chiameremo a raccolta tutte le forze politiche e sociali che come noi e con noi in questi anni hanno combattuto contro la privatizzazione dei servizi pubblici essenziali”.

Ma con questa delibera di Giunta, Cateno De Luca intende mettere subito mano all’organizzazione interna di Palazzo Zanca. Già si è registrato il forte ridimensionamento di Antonio Le Donne, passato da autentico deus ex machina di Palazzo a Segretario Comunale, ci saranno nove aree «a capo delle quali porre un dirigente e all’interno delle quali far confluire tutte le funzioni attualmente individuate e tutte le posizioni organizzative e alte professionalità». Queste le dieci strutture in totale: segreteria generale e vicesegreteria generale;  poi  quattro aree di “massima dimensione” (servizi alla persona, area finanziaria, area tecnica e politiche del territorio); più altre quattro strutture dipartimentali, «in posizione di dipendenza funzionale esclusivamente nei confronti del capo dell’Amministrazione»,  vale a dire l’ufficio del sindaco, il gabinetto del sindaco, la polizia municipale, l’avvocatura e i sistemi informativi.