L'assessore Previti sulla gestione dei fondi europei: "Siamo indietro nei progetti, dobbiamo recuperare terreno"

Antonio Macauda

L'assessore Previti sulla gestione dei fondi europei: "Siamo indietro nei progetti, dobbiamo recuperare terreno"

giovedì 28 Giugno 2018 - 18:06

Reperire fondi extracomunali per far diventare Messina una vera smart city. Questa la mission di Carlotta Previti, altro volto rosa della Giunta De Luca, a cui il sindaco ha affidato le deleghe del Piano Strategico, Smart City e risorse idriche ed energetiche. Anche per lei questi sono giorni d’ambientamento, ma il lavoro non mancherà, anzi, si sfogliano le carte, si analizzano i progetti per capire da dove partire.

L’assessore Previti però ha le idee abbastanza chiare: “Siamo destinatari di ingenti finanziamenti, penso al Patto per Messina, il Bando per le Periferie, il progetto Capacity, il Pon-Metro che però sono ancora da programmare. L’amministrazione Accorinti ha opportunamente individuato alcuni interventi coerenti con il proprio programma, purtroppo però c’è un ritardo nel monitoraggio di tutti questi progetti che rischiano seriamente di arenarsi facendo perdere ulteriori somme alla città. Ad esempio alcuni progetti sono alla prima fase, se non allo studio di fattibilità, mentre invece dovrebbero essere in uno stato più avanzato. Convocherò tutti i dirigenti e componenti del Rup per fare il punto della situazione, ci sono troppi interventi presenti solo sulla carta, serve una ricognizione immediata. Abbiamo già chiarito che alcune nostre priorità sono il Palagiustizia  e le modifiche alla linea tramviaria, ma l’applicazione immediata di questi progetti dipende dalle somme che saranno disponibili in tempi brevi”.

L’assessore Previti poi aggiunge: “Non c’è solo il Patto per Messina, ad esempio nel Pon Metro c’è un asse, l’agenda digitale, dove la precedente amministrazione ha inserito alcuni progetti che non riteniamo propedeutici al nostro progetto di smart city. Voglio creare una città con servizi essenziali collegati tra di loro poi c’è la programmazione dei fondi Poc, circa trenta milioni di euro, lì dovremo stabilire come suddividerli, devo capire se i progetti inseriti nella banca dati GESPRO siano aggiornati, lì dovremo vedere quali accelerare e quali cassare perché c’è la scadenza del 30 dicembre 2019 da rispettare assolutamente”.

Il neoassessore affronterà di petto il tema dell’emergenza idrica cittadina, esplosa in tutta la propria drammaticità in più di un caso nell’arco di questi anni: “La nostra idea è chiara e semplice, vogliamo rendere la città di Messina indipendente per l’approvvigionamento idrico. E’ impensabile dover dipendere da condotte e fonti idriche dislocate in altri territori. Abbiamo riscontrato tante incongruenze nella gestione dell’Amam. Il nostro territorio è ricco d’acqua, le nostre colline sono una miniera, ci sono degli studi che lo testimoniano. L’autonomia porterebbe un grande risparmio per le casse comunali, visto che si metterebbe la parola fine al sistema di approvvigionamento dal Fiumefreddo sia per l’andata che per il ritorno. Puntiamo a creare un sistema di monitoraggio, affinchè con dei sensori si possa controllare le zone toccate dall’erogazione e tutto il tragitto dell’acqua all’interno della condotta”.