Un western senza cavalli inaugura il Fotogramma d'oro short film festival

Maria Antonella Saia

Un western senza cavalli inaugura il Fotogramma d'oro short film festival

martedì 22 Maggio 2018 - 12:14

A tagliare il nastro  del Fotogramma d’oro short film festival, che si svolgerà a partire da domani fino a sabato 26 presso il  Cinema Multisala  Apollo, sarà il film documentario su Mauro Mingardi dal titolo Un Western senza Cavalli, a cui la kermesse cinematografica dedica  un’ampia retrospettiva.
La pellicola, che sarà  proiettata domani alle ore 17.00,  racconta la vita del regista messinese. Nel corso della sua esistenza ha scritto, diretto e prodotto western, gialli, film d’avventura, horror e commedie grottesche, film drammatici e sperimentali, trasformando il territorio di Bologna e dell’Emilia Romagna in una piccola Hollywood Padana, girando sempre senza soldi, senza pretese professionistiche, servendosi di amici e parenti, ma con una fantasia, un’artigianalità e una perizia tecnica e artistica tali da renderlo uno dei primi veri “filmmaker” italiani.
È il 1970 quando Il tempo nel muro di Mauro Mingardi vince il Festival Internazionale di Rapallo, superando Roberto Rossellini ed Ermanno Olmi. Un traguardo impensabile per un autore sconosciuto ai più, un cineamatore che non volle mai allontanarsi da Bologna e dal suo quartiere, la Cirenaica, dove lavorava come falegname coltivando al contempo la sua più grande passione, quella della pellicola, e trasformando la via Emilia nella sua personalissima Hollywood.
Il film Un western senza cavalli, di Davide Rizzo e Marzia Toscano, rende omaggio all’avventura artistica e umana di Mingardi, un artigiano del cinema che ha attraversato mezzo secolo di cineamatorismo, dal pioneristico 8 mm al Super8 alle moderne videocamere, realizzando più di quaranta opere tra lunghi e cortometraggi, e vincendo in tutta Europa decine di premi in festival dedicati a quello che allora veniva chiamato “cinema amatoriale”. Una carriera nel mondo della pellicola che ha un inizio da film. Bologna, 1953: in un afoso pomeriggio estivo, una sfavillante limousine bianca attraversa i viali cittadini, fra l’incredulità dei passanti. A bordo c’è Yvonne De Carlo, famosa star hollywodiana dell’epoca: per quale motivo fosse a Bologna nessuno lo sa. La limousine si ferma in una pompa di benzina per fare rifornimento: la De Carlo paga il benzinaio con dei dollari, ma questi rifiuta. Allora l’attrice offre all’uomo una cinepresa Keystone 8mm, e il benzinaio accetta: qualche anno più tardi quella cinepresa arriverà nelle mani del giovane Mauro Mingardi, che da quel giorno inizierà la sua particolarissima attività di regista, anzi di filmmaker.
Un evento da non perdere per scoprire un autore, figlio della città dello Stretto, che ha fatto della sua più grande passione la sua ragione  di vita.