Musumeci: "Non votate fanatismo e improvvisazione"

Redazione

Musumeci: "Non votate fanatismo e improvvisazione"

lunedì 23 Ottobre 2017 - 16:12
“Le mie mani hanno gestito 930 miliardi di euro in 10 anni: non so nuotare, né sciare ma so fare una cosa che si chiama governare”: le parole di Nello Musumeci ieri sera al comizio elettorale nel Palatenda di Brolo, gremito con duemila persone, a sostegno della candidatura in Forza Italia del deputato regionale Nino Germanà. “Ho amministrato per tanti anni una delle provincie più grandi del Sud Italia – ha detto – e l’ho portata ai primi posti per indice di gradimento e vari altri parametri di qualità e non so com’è fatto un avviso di garanzia. Io non ho uno slogan: il mio slogan è la mia storia personale”. Non ha usato mezzi termini il candidato favorito dai sondaggi elettorali in queste ultime settimane, che ha sparato a zero sia contro i grillini che contro Crocetta: “I seguaci di Grillo sono fanatici, ignoranti, presuntuosi. Cancelleri mi invita ad un confronto, ma lui non ha mai amministrato neanche un condominio quindi in cosa dovrei confrontarmi con lui? – ha proseguito Musumeci – dopo cinque anni di disamministrazione di questa Regione, non possiamo permetterci di consegnare la Sicilia nella mani di gente improvvisata. Non hanno ancora gestito nulla e già vari loro rappresentanti sono indagati. La sorella di Cancelleri è stata eletta deputata con 60 voti, mia sorella vive con la pensione sociale”. Non mira a far fare carriere a nessuno e dirà molti no: “Se vinco, questa sarà la mia ultima esperienza politica, dunque ho un solo obiettivo: migliorare questa terra e restituirla meglio di come la trovo. La politica non può fare contenti tutti, non mi farò tirare dalla giacca, soprattutto da quei politici impresentabili che dovevano essere esclusi dai partiti”. Musumeci ha poi elegiato la storia familiare dei Germanà: “Hanno sempre dato contributi positivi alla politica e al territorio: persone capaci e oneste, vicine alla gente, alle necessità dei paesi della zona nebroidea. In particolare Nino ha qualità superiori alla media, è un galantuomo di altri tempi, competente e instancabile nel lavoro”.
Parole che hanno emozionato il deputato di Forza Italia, presentato a inizio serata da un altro “big” del Centrodestra, Nanni Ricevuto, ex sottosegretario e presidente della Provincia, che ha espresso parole di grande ammirazione e stima nei confronti del collega: “L’affetto e l’apprezzamento che nutro nei confronti dell’amico Nino è sincero e profondo: non è facile trovare esponenti come lui, pronti a lasciare un posto sicuro al Parlamento nazionale per tornare in Sicilia com’è successo cinque anni fa quando si è rimesso in gioco, ha affrontato una campagna elettorale riscuotendo ampio consenso e stando vicino alla sua gente, perchè lui è un vero politico del territorio”.
Ad arricchire la serata due eccellenze siciliane presentate da Alfredo Lo Faro: i musicisti Pietro Adragna, pluricampione di fisarmonica, e Francesco Buzzurro, straordinario chitarrista, i quali hanno voluto omaggiare il pubblico con medley di pezzi noti per dimostrare la loro vicinanza al candidato. A concludere la serata è stato proprio Germanà, visibilmente commosso: “Sono abituato a parlare spesso in pubblico ma quando mi trovo di fronte il mio paese, non è facile trattenere le emozioni. Io non chiedo voti in giro per i negozi, spero e penso di meritare la preferenza: se verrò eletto, continuerò a fare quello che ho fatto durante questo mandato. Cito soltanto alcune delle cose di cui vado orgoglioso: dal salvataggio dell’ospedale Piemonte, ora accorpato all’IRCCS Neurolesi, che porta la mia firma grazie all’aiuto del ministro della Salute Beatrice Lorenzin al disegno di legge sull’autonomia finanziaria dei parchi aercheologici e l’istituzione di quello di Tindari, dalla riapertura del Museo Regionale di Messina, dopo 30 anni di stasi alla creazione di una classa dirigente giovane e ancora tantissime interrogazioni parlamentari e proposte di legge. Sarà vicino – ha continuato Germanà – soprattutto ai sindaci, che spesso nello Stato non trovano un alleato, ma un nemico”.